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Val di Fassa - Dolomiti - Trentino

La cultura Ladina

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La Valle di Fassa è una delle cinque vallate ladine dolomitiche e insieme a Val Gardena, Val Badia, Livinallongo e Cortina d'Ampezzo rappresenta un'isola linguistica che nel corso dei secoli ha subito grandi mutamenti e profondi sconvolgimenti, riuscendo tuttavia a mantenere vive tradizioni, usanze e costumi e a salvaguardare la propria parlata. In Val di Fassa vive dunque una minoranza linguistica, ufficialmente riconosciuta e tutelata a livello amministrativo che continua a parlare il ladino.

Il ladino è una lingua romanza, sviluppatasi nel corso dei secoli a partire dall'annessione del mondo retico all'Impero Romano. Il latino volgare, infatti, fu veicolato da soldati e mercanti romani e subì nelle vallate dolomitiche una particolare trasformazione che diede origine alla lingua ladina o 'retoromanzo'. Si ritiene che in passato l'area ladina occupava vaste aree che andavano dalle sorgenti del Reno a Trieste, dal Danubio al Garda. In seguito al crollo dell'Impero Romano e alle invasioni barbariche si assistette a notevoli migrazioni di popoli che minarono l'unità linguistica della ladinia, fino a portare alle divisioni esistenti oggi, con molte varietà locali che rientrano comunque in un unico sistema linguistico originale. Il ladino della Val di Fassa è l'idioma più meridionale del gruppo dolomitico ed è dunque esposto agli influssi di area trentino-veneta. Esso si presenta diviso in tre varietà principali dette 'cazet' (nell'alta Val di Fassa), 'brach' (centro Fassa) e 'moenat' (Moena).

L'ente che da anni opera per la diffusione della lingua, delle tradizioni e della cultura ladina è l'Istituto Culturale Ladino, istituito con legge provinciale nel 1975, per rispondere a precise richieste della popolazione di valle. L'istituto si propone di raccogliere e studiare i materiali relativi alla storia, l'economia, la lingua, il folklore, la mitologia, gli usi e i costumi della gente ladina e di rafforzare i legami e la collaborazione con le altre vallate ladine. L'opera dell'istituto avviene attraverso un'intensa attività editoriale che spazia dai saggi, ai dizionari, da raccolte di fiabe e novelle, alla traduzione di romanzi e racconti stranieri. L'Istituto Culturale Ladino può vantare anche una ricca biblioteca specialistica con circa 3500 volumi di interesse ladino e argomenti attinenti, come la storia locale, l'etnografia, l'antropologia, l'alpinismo ecc. Dispone inoltre di un ricco archivio fotografico e di un archivio storico-documentaristico, nonché di una cineteca e fonoteca particolarmente fornita ed interessante.

La raccolta di tutto il materiale etnografico trova la propria concretizzazione nel Museo Ladino di Fassa. Il Museo, di nuovissima concezione, rappresenta il nucleo centrale di un vero e proprio museo sul territorio con diverse sezioni locali costituite nei diversi paesi della valle, attraverso il restauro di strutture ed ambienti peculiari della società tradizionale. Attualmente sono già visitabili le sezioni locali del 'Molin de Pezol' a Pozza di Fassa, un antico mulino ristrutturato, 'La Sia', la segheria veneziana a Penia, la 'Botega da pinter', il laboratorio del bottaio a Moena, dove viene annualmente riproposta anche la mostra temporanea sulla Grande Guerra in Val di Fassa, un'importante testimonianza sugli sconvolgimenti causati dalla prima guerra mondiale nelle Dolomiti. Sono invece in fase di realizzazione le sezioni dedicate alla tessitura, alla lavorazione del ferro, alla lavorazione del legno e falegnameria, al lavoro del carraio che andranno a completare il progetto di recupero sistematico delle testimonianze della civiltà ladina in Val di Fassa.

Per saperne di più: Istituto Culturale Ladino, San Giovanni di Fassa (TN), tel. 0462-764267. www.istladin.net

Testi descrittivi concessi da: Azienda per il Turismo della Val di Fassa www.fassa.com

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