La Val di Fassa vanta un'antica tradizione artistica che ha lasciato tracce evidenti
in tutti i paesi della valle e che ha trovato la sua massima espressione nell'attività
dei pittori-decoratori, nella pittura e nella scultura.
L'elemento dominante dell'espressione culturale del popolo ladino è la forte spiritualità
che la caratterizza, un tratto tipico della gente di montagna. La presenza del sacro
è ricorrente sia nei paesi che lungo i percorsi che portano agli abitati più piccoli,
con "Vie Crucis", capitelli, edicole votive e le immagini sacre all'interno e all'esterno
di case e fienili. Va sottolineato dunque che l'espressione artistica si concretizza
attraverso le forme dell'arte sacra e che esiste una netta distinzione tra le chiese,
dove gli affreschi e gli altari sono in gran parte opere di scuola, mentre sulle
case private le decorazioni e le pitture murali sono solitamente il frutto di un
artigianato locale spontaneo e popolare. Per quanto riguarda la pittura murale,
nonostante le gravi perdite dovute all'incuria e al tempo, esistono in Val di Fassa
almeno un centinaio di affreschi, testimonianza della vita spirituale della comunità
che vanno dal secolo XIV ai tempi più recenti. Esistono dei temi ricorrenti quali
la Madonna del Soccorso, molto diffusa nell'Impero dopo l'assedio di Vienna da parte
dei Turchi (1683) e dell'immagine di San Cristoforo, protettore dei viandanti, posta
sulle facciate delle case, a testimonianza del fatto che la Valle di Fassa rappresentava
una via commerciale importante che collegava il Trentino con il nord del Tirolo
(strada del vino e del sale).
Gli affreschi più antichi della valle vanno naturalmente cercati nelle prime chiese,
le uniche costruzioni in muratura almeno fino al '500. Un esempio di pittura murale
particolarmente antico si trova sulla parete esterna dell'abside romanica sottostante
l'attuale chiesa di San Giovanni, mentre pitture medievali si trovano anche nella
chiesa di Campitello, con frammenti di scuola bolognese databili intorno al 1370.
Numerose opere della seconda metà del '400 sono invece conservate ancora nella chiesa
di Campitello, nella cappella di San Volfango a Moena e nella chiesa di S. Giuliana
dove si trovano numerosi affreschi di scuola brissinese. Nel '500 si assiste al
passaggio dallo stile gotico a quello rinascimentale e di questo periodo si trovano
l'affresco di una crocifissione sul muro di cinta della chiesa di S. Giuliana e
l'affresco sulla parete di Casa Bolner a Moena, datato 1547.
Un caso particolare è rappresentato da Casa Soldà, presso San Giovanni dove sono
conservati gli unici esempi di pittura profana. Silvestro Soldà era un soldato arricchitosi
durante la guerra contro i Turchi e fece dipingere sulla sua casa una scena di guerra,
un banchetto e una scena di caccia. L'affresco presenta notevoli affinità con il
ciclo della parete destra della chiesa di San Giovanni, datato 1576.
Il secolo successivo è contraddistinto da una maggiore apertura degli scambi economici
e culturali con l'ambiente veneto ed è in quest'epoca che l'agordino Giovanni Forcellini,
pittore popolare, ha lasciato numerose testimonianze in valle, soprattutto a Campitello,
Moena e Soraga. Nel '700 la Valle di Fassa si apre ad un notevole influsso artistico
della vicina Val di Fiemme, dove sono attivi artisti formatisi alla scuola veneta.
È in questo contesto che inizia l'esperienza artistica Valentino Rovisi di Moena
che fra il 1728 e il 1750 fu allievo del Tiepolo a Venezia. Si tratta sicuramente
dell'artista valligiano di maggior valore ed ha lasciato in tutta la regione numerose
testimonianze. Fra le opere in valle vanno ricordati la pala d'altare della Chiesa
di San Vigilio a Moena (1740 ca.) e alcuni pregevoli affreschi che adornano case
ed edifici culturali come la cappella delle Grazie (1754), il capitello di Santa
Giuliana a Vigo (1754), casa Sommavilla (1758) e il tabernacolo di Cernadoi a Moena.
Accanto alla pittura di carattere sacro non vanno comunque dimenticate le notevoli
espressioni artistiche di pittori popolari che, soprattutto verso la fine dell'800
e l'inizio del '900, danno vita ad una notevole ripresa artistica. Sono questi gli
anni in cui si afferma la tradizione decorativa e pittorica degli artisti locali
che, spinti dal bisogno di garantire la sopravvivenza alle proprie famiglie, sono
protagonisti di un fenomeno di emigrazione verso il paesi di area germanica e verso
l'Austria in particolare, dove la loro opera di "Kirchenmaler" è particolarmente
apprezzata. L'esperienza artistica di questi pittori trova dunque la sua espressione
nella decorazione di chiese, capitelli ed edicole votive, di edifici e di mobili,
frutto di un pregevole artigianato locale. Un altro aspetto che non va assolutamente
dimenticato nel parlare dell'arte in Val di Fassa è sicuramente la lunga tradizione
della scultura del legno, una tradizione che ancora oggi viene tramandata e valorizzata
grazie alla Scuola d'Arte di Pozza di Fassa, dove si formano gli scultori e gli
artisti locali. Particolarmente interessante è la produzione delle maschere lignee
(facères in lingua ladina) tipiche della tradizione carnevalesca, senza dimenticare
comunque la notevolissima produzione di sculture artistiche e dei prodotti di artigianato
che ancora oggi rappresentano una delle note caratteristiche della Val di Fassa.
Testi descrittivi concessi da: Azienda
per il Turismo della Val di Fassa www.fassa.com
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